COME IL COACHING HA CAMBIATO IL MIO MODO DI ESSERE ALLENATORE SPORTIVO

Prima di apprendere le competenze del coaching ero già un allenatore con esperienza trentennale in vari settori del volley, sia giovanili che di categoria, in ambito maschile e femminile.

Con le squadre che ho allenato abbiamo più volte raggiunto obiettivi significativi.

La somma dei risultati ottenuti nelle diverse situazioni e nei vari ambienti di lavoro ha portato ad affermare con certezza che il metodo da me applicato nel corso degli anni e le competenze in mio possesso risultavano efficaci e vincenti.

Mi trovavo, come tecnico, al centro del “processo”: riconoscevo il problema, lo analizzavo, individuavo la soluzione specifica, la facevo applicare agli atleti e alla squadra, restituivo i feedback necessari, e così via… Tutto funzionava a meraviglia.

In sintesi, ero “io il protagonista” del miglioramento della squadra.

Oggi, con le competenze del coaching che ho acquisito, si è ribaltato tutto.

L’approccio è cambiato alla base: i protagonisti del processo di apprendimento sono gli atleti; mi pongo al loro fianco, guidandoli nel percorso di crescita, stimolandoli nella ricerca autonoma di soluzioni, dando loro fiducia nel provare ad andare oltre a ciò che sanno fare.

Non più semplice allenatore ma “trainer-coach”, con l’obiettivo primario di creare il migliore ambiente nel quale gli atleti possano apprendere sperimentando, scoprendo le tecniche, senza paura di essere giudicati, in un ambiente dove poter vivere l’errore come opportunità di crescita e sentirsi sereni, aiutati e spronati, soprattutto dopo un fallimento: Il percorso è cadenzato dal provare e riprovare ancora, fino al raggiungimento di quanto ci si è prefissati.

Un mio intervento diretto con soluzioni specifiche è attuato oggi soltanto nei momenti di crisi e di impasse, ossia quando può essere opportuno deresponsabilizzare gli atleti per aiutarli in concreto ad uscire dalla crisi del momento.

Fondamentalmente, tutto si basa sui tre cardini del coaching:

  • “Assunzione di RESPONSABILITA’”,
  • “Ampliamento della CONSAPEVOLEZZA
  • “Raggiungimento della piena AUTONOMIA

Tutto questo da parte di tutti i componenti della squadra.

Questa è la differenza sostanziale: non più giocatori come meri esecutori delle mie indicazioni, proposte e soluzioni, con poca libertà di scelta ed il vincolo di dover FARE, nel miglior modo possibile, quello che gli veniva suggerito; ma atleti consapevoli delle proprie possibilità, responsabili delle proprie scelte, motivati all’azione per il perseguimento degli obiettivi del gruppo.

Adesso, sono loro i “protagonisti” del miglioramento personale e della squadra.

 

Franco D’Alessio,

Allenatore Volley 3°grado e Direttore Tecnico Centro Qualificazione Territoriale Roma